Chissà cosa succederà.

Questo è quello che balena nella mia testa da giorni e giorni ormai.
Non sono sicura che sia una domanda vera e propria, forse è più una frase che rimane sempre costantemente aperta ogni giorno che passa, in attesa di una qualche continuazione.
O forse si, è una domanda ma riferita a chi?
Sembra quasi che nessuno “ascolti” le nostre paure, le nostre esigenze, in nostri bisogni, i nostri diritti.
Sembrano tutti impegnati a dire di poter fare qualcosa in più di qualcun altro, e finché loro si adoperano si affaticano con gare di bravura, continua a non succedere nulla di nulla.
E io, nel frattempo, continuo ad avere paura.
Siamo al nostro quinto giorno di chiusura, e la Compagno Srl non è mai stata così tanto silenziosa come in questi giorni.

Come tantissime altre attività, siamo stati costretti a tirare i remi in barca con la speranza che potesse davvero passare per una vacanza forzata di pieno agosto. Perché il silenzio è pressoché simile.
Solo il silenzio. Perché la paura fa un rumore tremendo.
Ed è forse proprio alla paura che io pongo tutti i giorni quella maledetta domanda, o con la quale cerco di intavolare un discorso.

Ne usciremo, certo che ne usciremo.
Ma quanto farà male tutto questo? Alle nostre attività, alle nostre vite, alla nostra persona.
Forse di buono ci sarà che tutti avremo le vite (o le aziende) in ordine, pulite e magari rinnovate.
Quando succederà, perché succederà, saremo quasi spaesati. Guarderemo l’altro come fosse qualcosa di sconosciuto o di pericoloso.
Speriamo di no, però quanti dubbi.
Più ci pensi più ti vengono dubbi.

Intanto vogliamo farVi sapere che noi siamo qui, presenti in azienda nonostante il blocco e nonostante le paure.
Vogliamo farci trovare pronti per quando tutto ricomincerà, pronti per quando le cose torneranno ad essere quelle che erano. La fatica, il sudore, i nostri clienti e collaboratori ci mancano.

Come a tutti, anche a noi manca la normalità.

Tornerà, ne sono certa.
Nel frattempo, resistiamo.

Un abbraccio enorme,
Chiara Compagno